martedì 26 febbraio 2013

Origine delle canzoni americane

 CANZONI AMERICANE




La musica degli Stati Uniti d'America riflette la molteplicità di etnie che compongono la popolazione del paese attraverso una larga gamma di generi e stili. Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz e hip hop sono alcuni tra i generi musicali statunitensi maggiormente noti all'estero. Dall'inizio del XX secolo, la musica registrata proveniente dagli USA ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo.
I primi abitanti nei territori degli odierni Stati Uniti furono centinaia di tribù native, con una loro propria tradizione musicale.
Fin dai tempi di Bartolomé de Las Casas (prima metà del XVI secolo), iniziò ad arrivare nel Nuovo Mondo un consistente numero di immigrati dalle Isole Britanniche, dalla Spagna, dalla Francia, portatori di nuovi strumenti e tradizioni, come la ballata anglosassone e il canto religioso della buona novella cristiana (gospel). Anche gli schiavi deportati dall'Africa portarono nuove tradizioni musicali e così fece ogni successiva ondata di immigrati.

L'apporto culturale originato da questo duplice e immenso movimento di popolazione (tenendo anche conto dell'elemento indio) ha creato tradizioni vive ancora oggi, le cui forme più tarde hanno, anzi, influenzato i territori d'origine con una sorta di movimento di ritorno lungo tutto il XX secolo. Così, la tradizione pop occidentale affonda molte delle proprie radici nel blues afroamericano del XVIII e del XIX secolo. Sono rimaste, poi, autonome espressioni musicali di tradizioni legate ai paesi d'emigrazione, tanto che è stata scritta e registrata negli Stati Uniti molta musica composta negli stili etnici delle comunità ucraine, irlandesi, polacche, italiane, messicane, ebree e non solo. Infine, molte città americane hanno dato ampio spazio allo sviluppo di numerosi stili musicali regionali. Oltre alle grandi città come Detroit, New York, Chicago, Nashville e Los Angeles, molte città più piccole hanno prodotto caratteristici stili musicali. Così, accade che in Louisiana sia sorta una musica come quella cajun, mentre altrove si sono mantenute manifestazioni delle tradizioni creole. Importante è, poi, l’elemento della musica popolare hawaiiana, nonché il bluegrass e la old time music (o root music, "musica con radici"), la musica (soprattutto bianca) che giunse nel Nuovo Mondo dall'Inghilterra, dalla Scozia, dall'Irlanda e che si è depositata soprattutto negli Stati Uniti della zona sud-est.

Musica italiana




LA MUSICA ITALIANA      


La musica nella penisola italiana ha origine già prima dell'affermazione del dominio di Roma, quando una modesta presenza di musiche etrusche o italiche si sviluppavano e influenzavano nella stessa città. È in questo periodo che si fa risalire la diffusione di strumenti di metallo usati a scopi militari, come la buccina, il lituo e l tuba di bronzo a canna dritta. In seguito, dopo la conquista della Magna Grecia e di quell'antica da parte dei romani, vi fu una forte influenza della cultura ellenistica (e quindi della musica greca). La musica dei romani, rispetto a quella greca, era più vivace, in quanto mescolata con elementi di origine italica ed eseguita da grandi complessi in cui dominavano gli strumenti a fiato come la tibia e ancora la buccina e il lituo. Si faceva anche uso dell'organo idraulico e di vari strumenti a percussione. In periodo romano, dunque, oltre agli scopi militari, la musica veniva utilizzata per accompagnare gli spettacoli dei gladiatori e le pantomime.
Giuseppe Verdi
Con la diffusione del Cristianesimo, si vide la nascita del canto cristiano e della musica corale, alle quali venne affiancato, successivamente, l'accompagnamento del'organo.
Agli inizi del VI secolo si ebbe la nascita del canto gregoriano che classificò i brani di musica sacra secondo un sistema di modi ispirati ai modi della musica greca. Dal IX secolo e per tutto il Medio Evo venne introdotto l'uso del neuma, che fu la prima forma di notazione musicale, che venne abbandonata intorno al XV secolo dopo l'introduzione del pentagramma.
Ma il Medio Evo fu anche caratterizzato dalla produzione di musica di carattere non sacro, per accompagnare spettacoli teatrali, recitazioni di poesie o semplicemente per ballare.
Il primo volume di musica a stampa fu pubblicato nel 1501 a Venezia ad opera di Ottaviano Petrucci: si trattava dell'Harmonice Musices Odhecaton. Alla fine del secolo, il trattato De Institutioni Harmonica (1589) di Gioseffo Zarlino definisce in modo completo ed esauriente le leggi dell'armonia (e quindi della polifonia).
Passando all'Ottocento, si giunge alla grande stagione operistica italiana. Tra i maggiori protagonisti si annoverano Gioacchino Rossini, Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, le cui opere sono tutt'oggi rappresentate in tutto il mondo. È questo anche il periodo d'oro della canzone napoletana, grazie ad autori come Salvatore di Giacomo, Libero Bovio, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo. Alcune canzoni di quel periodo sono ancora oggi molto popolari, e diverse sono state tradotte anche in lingua straniera. La canzone "'O sole mio", datata 1898, è ritenuta da molti una delle canzoni più famose al mondo.
Si giunge, infine, al Novecento, che vede la nascita della musica pop e rock (oltre agli altri numerosi generi musicali del periodo) negli Stati Uniti, che giunse, più tardi, anche in Italia.
Da non dimenticare Il Canto degli italiani scritto da Goffredo Mameli (testo) e Michele Novaro (musica) nella prima metà del XIX secolo, che è l'inno nazionale della Repubblica Italiana.
Dal '45 ad oggi si è affermato il genere Musica italiana inteso come melodica leggera con testo in lingua italiana, per le 

lunedì 25 febbraio 2013

cos'è per me la musica

Mia
Unica
Straordinaria,
Intelligente
Cara
Amica

Le origini della musica




L'ORIGINE DELLA MUSICA                      





La musica è l'arte e la scienza dell'organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio. Si tratta di arte in quanto complesso di norme pratiche adatte a conseguire determinati effetti sonori, che riescono ad esprimere l'interiorità dell'individuo che produce la musica e dell'ascoltatore; si tratta di scienza in quanto studio della nascita, dell'evoluzione e dell'analisi dell'intima struttura della musica. Il generare suoni avviene mediante il canto o mediante strumenti musicali che, attraverso i principi dell'acustica, provocano la percezione uditiva e l'esperienza emotiva voluta dall'artista. Il significato del termine musica non è comunque univoco ed è molto dibattuto tra gli studiosi per via delle diverse accezioni utilizzate nei vari periodi storici. Etimologicamente, relativo alle Muse, figure della mitologia greca e romana, riferito in modo sottinteso a tecnica. In origine il termine non indicava una particolare arte, bensì tutte le arti delle Muse, e si riferiva a qualcosa di "perfetto".

La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità oppure ai suoi gusti.


La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.

come si crea una canzone....


LA STESURA:

Partiamo dalla "Stesura del testo" che come in italiano prevede un Periodo con soggetto, verbo, complemento oggetto, aggettivi… Il fine ultimo è la "comprensione" di chi ascolta: la canzone, come ogni codice comunicativo parte da un trasmettitore per arrivare ad un ricevitore; quindi occorre avere ben in testa che per cantare un problema, una gioia o una storia miei, personali, bisogna farlo in modo tale che gli altri capiscono e magari si riconoscano nello stesso problema, gioia o storia. Vale molto avere tra le mani una buona dimestichezza nello scrivere e considerare una canzone mai pienamente conclusa, ma un cantiere sempre aperto (almeno per il testo).
LA FORMULA:
C'è un vocabolario che ci chiarisce molte cose: 1. Stesura: è l'insieme di tutto; 2. Strofa: parte di testo della canzone che cambia; 3. Ponte o Lancio: è l'anticipazione del ritornello; 4. Ritornello: parte di testo della canzone che non cambia; 5. Special: canzone nella canzone; 6. Parte strumentale: canzone nella canzone ma senza testo; 7. Gancio: forte rapporto tra parola e musica fine a se stesso che realizza a pieno la comunicazione di un messaggio.
La formula sottintende una struttura che è possibile ricostruire in tutte le canzoni indipendentemente dal genere musicale per cui sono state scritte. E' chiaro che esistono le eccezioni spesso riconoscibili nella particolare genialità con cui vengono scritte e musicate le canzoni (cfr. Vasco, Dalla, De André...).


LA STORIA:

La comunicazione verbale, da sempre ha identificato nell'uso di immagini un maggior impatto comunicativo. Per la canzone è necessaria avere presente una storia con tutti i suoi elementi:
* AMBIENTE: sensazioni fisiche (suoni, rumori, odori, gusti);
* SOGGETTI: chi c'è in ballo;
* COMPLEMENTI OGGETTI: cosa accade e perché…;
* STATI D'ANIMO: emozioni, risonanze interiori…


OSSERVAZIONI IMPORTANTI:

1. La canzone deve avere una storia coerente;
2. In 4m deve esserci tutto (inizio, sviluppo, fine);
3. A volte le canzoni nascono da buone intuizioni ma si rimane nel vago e senza sviluppo;
4. Tentare qualche originalità altrimenti tutti diciamo le stesse cose. "Le canzoni sono intorno a noi occorre essere attenti per
saperle acchiappare" (Jovanotti);
5. Fare esercizi su dei testi di altri cambiando le parole e cantandole; oppure a partire da un titolo scrivere una canzone dove
il titolo appare solo di sfuggita all'interno del brano (= modo più maturo di scrivere).


MELODIA E ARMONIA:

Come deve muoversi e crescere una melodia? Sicuramente nel suo ambiente che è l'armonia. Non è certo facile dato che tocchiamo lo specifico, "ciò che rende un vestito bello". Possiamo dire che una melodia deve avere un inizio, uno sviluppo e un arrivo, con un ritornello che risalti. L'armonia è proprio degli arrangiatori e quindi auguri… dato che le regole occorre studiarle con una certa dose di professionalità (andare a scuola aiuta). Alla base di una bella canzone ci sta sempre e comunque una intuizione un qualcosa di geniale: un accordo una successione di suoni che ci fanno provare un'emozione e che fanno diventare una canzone bella. Ci sono però alcune regole da seguire perché la nostra intuizione non venga sprecata o banalizzata. La più importante è che la melodia deve seguire la struttura della canzone: nella strofa ci saranno note non tanto alte che ci condurranno ad un ritornello dove la canzone invece deve esplodere. In altre parole non si può dare tutto subito: bisogna partire senza grandi clamori per arrivare al livello massimo dopo; oppure si potrebbe anche partire forte (con un ritornello iniziale) per poi diminuire e "ri-aumentare" nuovamente nel finale (in Italia è molto più usata la prima soluzione).
Altra regola è la quadratura: la canzone è schematica, matematica: le nostre intuizioni, i nostri colpi di genio (anche le stranezze) devono stare dentro un contenitore preciso e rigoroso(il tempo e le battute) in modo che chi lo ascolta lo possa capire; in questo ci vincola molto (ma forse in realtà ci aiuta) la batteria. Per il resto non c'è molto altro da dire: nel senso che questa è arte! Sta a noi trovare qualcosa di bello che comunica: non c'è bisogno di inventare chissà cosa, magari basta sentire da altri un suono, un accordo, un qualcosa che ci piace e che possiamo reinventare o rimescolare. Infondo non è poi così difficile: le note sono solo 7!!! Forse il primo consiglio è saper ascoltare! Se una musica non ha intoppi, gira bene all'orecchio e anzi ti accompagna verso sensazioni il gioco è fatto. Può essere molto utile costruire insieme la musica mentre si fa il testo, così da una "idea vaga" miscelata ad un "ambiente musicale" può nascere la canzone.