mercoledì 23 maggio 2012

moog


Il modular moog, multimodulare, utilizzato più spesso in sala di registrazione con 12 oscillatori, pieno di cavi di derivazione e complessi sistemi di memorizzazione dei ritmi, era il più sofisticato, ingombrante ed anche il più costoso. Fra i suoi utilizzatori Keith Emerson degli Emerson Lake & Palmer, nonché, in Italia, la Premiata Forneria Marconi, il Banco del Mutuo Soccorso, Franco Battiato, Gian Felice Fugazza, Jean Ven Robert Hal e in particolare Il Guardiano del Faro (Federico Monti Arduini-Arfemo).
Soprattutto in questa versione, il moog, che aveva varianti sonore e timbriche quasi infinite, ha costituito la realizzazione di un sogno antico: quello di manipolare il suono attraverso una variazione cromatica che lo rende simile all'uso dei colori su una tavolozza. Si ritiene che la forza del moog risieda comunque sul suo potere evocativo: un lungo "do" basso che fa da sfondo a certe scene filmiche può essere sostituito da un tappeto di archi (come nell'introduzione al primo movimento della Terza sinfonia di Gorecki), ma quel suono caratteristico del sinth moog è oramai entrato a pieno titolo nell'immaginario sonoro di questi ultimi decenni. L'ouverture del film Shining (Rocky Mountain di Walter Carlos) è un altro esempio in cui l'utilizzo del moog produce un impatto sonoro difficilmente raggiungibile con altri strumenti.

Nessun commento:

Posta un commento