La selezione era ad accesso diretto, come nei jukebox, e il numero di filmati era superiore (40). Lo sviluppo del nuovo sistema di diffusione iniziò nel 1959, e il noleggio a bar e locali iniziò nei primi anni '60, per arrivare al numero consistente di oltre 500 macchine e oltre 600 proto video-clip nel 1963, quando gli intraprendenti industriali italiani tentarono lo sbarco sul ricco mercato USA, con alterne fortune. Per il Cinebox e, in seguito, per lo Scopitone, vennero preparati i veri e propri antenati dei video clip, mini-film che aggiungevano alla esecuzione della canzone idee e scenografie ad hoc.

I filmati proiettati sui Cinebox e sugli Scopitone erano a tutti gli effetti analoghi ai videoclip, anche se i mezzi di produzione (economici, in primo luogo) non erano assolutamente comparabili a quelli odierni. Il catalogo era fondamentale per il successo nei luoghi di visione e i due consorzi si affrontarono per individuare i gusti del pubblico. I francesi puntarono su vaghi accenni erotici nei videoclip (improvvisi colpi di vento scoprivano le gambe a figuranti varie, ad esempio), mentre gli italiani cercarono nomi internazionali di richiamo, come Paul Anka o Neil Sedaka.
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