mercoledì 18 aprile 2012

you tube

YouTube era nato per diffondere video autoprodotti ("broadcast yourself"), ovvero come memoria universale delle immagini in movimento, ma non esistono nella pratica vincoli al tipo di video da inserire (tranne quelli "unappropriate") e così anche i videoclip hanno invaso questo popolarissimo portale. Certo al momento di caricare un video l'"uploader" viene avvertito che il video dovrebbe essere autoprodotto o comunque non coperto da copyright, per scaricare YouTube da ogni responsabilità.
Non si capisce perché le case discografiche abbiano contrastato con ogni mezzo i sistemi P2P e perseguito senza sosta ogni utilizzo in Internet di materiale su cui hanno diritti: spartiti, testi, immagini, copertine, inclusi quelli che hanno una funzione promozionale (come i testi), mentre invece siano state totalmente passive verso YouTube per un lungo periodo di tempo. Capitava ogni tanto che alcuni video fossero occasionalmente cancellati dai detentori dei diritti. Vista però la perdurante vastità della scelta, sembravano veramente interventi "spot", privi di una regia orientata a bloccare il fenomeno.
Forse erano tranquillizzate dal fatto che ascolto e visione fossero in streaming, che non si potessero quindi usare (facilmente) per creare dei CD "pirata", forse erano fiduciose che alla fine la pubblicità raccolta dal gigante Google le avrebbe compensate, sta di fatto che su YouTube vincoli e divieti per un lungo periodo, sufficiente per il lancio e per riempire il portale di ogni cosa, non ci sono stati. Anche se i materiali erano spesso i medesimi del P2P.
Un esercito di volonterosi appassionati si è messo quindi di buona lena a caricare su YouTube videoclip e musica a beneficio di un altro esercito, ancora più ampio, che li ascolta e li guarda, lasciando voti e commenti che rappresentano la platonica ricompensa dei "caricatori".
La introduzione dei controlli su YouTube

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